Compara Arie | ||
27/12/1744 Firenze
Anonimo (comp.) P. Metastasio (lib.) |
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Superbo invan tu credi di trionfar di me. Sdegnati pur, ma vedi la sorte mia qual è. Cesare il nostro amore argine più non ha. Da me quell'empio core la giusta pena avrà. Non irritarmi, o padre. Non ti sdegnar, mio bene. In mezzo a tante pene, come frenare il duol? Perfido, ingrata!. - Indegna! Questo de' miei sudori ... Raffrena i tuoi furori. Per te pavento sol. Mai, più tiranno affetto il petto ingombrerà. Torna alle tue catene lieto a morir m'invio. Barbaro ... Ferma, oh dio! Voglio morir con te. Ah che la morte, o cara, per tua cagion m'alletta. Signor, di tua vendetta lascia la cura a me. Qual giorno più funesto di questo mai sarà! |
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Fonti : | ||
n. 16 quartetto; atto.scena : 2.12; p. 49 Valentiniano III: F. Barlocci Ezio: V. Rocchetti Fulvia: G. Turcotti Massimo: A.P. Fabbri Anonimo (comp.), P. Metastasio (lib.) Ezio Firenze, si vende alla stamperia di Cosimo Maria Pieri, [1745] 27/12/1744 Firenze, Teatro della Pergola |