Compara Arie | ||
ded. 24/01/1681 Firenze
A. Melani (comp.) L. Adimari (lib.) O. Ximenes d'Aragona (lib.) |
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Le sue luci avvezzi a piangere chi d'amor prigion si fa, né col vanto d'un sol pianto speri mai di poter frangere di quel dio la crudeltà. Le sue luci avvezzi a piangere chi d'amor prigion si fa. Non pretenda no di ridere chi d'amor ferito ha il sen che l'infido dio di Gnido vuol piagando ogn'alma uccidere con l'ardor del suo velen. Non pretenda no di ridere chi d'amor ferito ha il sen. |
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Fonti : | ||
n. 02 aria; atto.scena : 1.03; p. 3 Ottavio A. Melani (comp.), L. Adimari (lib.), O. Ximenes d'Aragona (lib.) Il carceriere di se medesimo** Firenze, Vincenzo Vangelisti, [1681] ded. 24/01/1681 Firenze, Accademia degl'Infuocati |