Aria

Incipit  :  Care luci, luci amate
Forma :  duetto
Metro dei versi :  8
Personaggio :  Arbace, principe di Persia
Statira, vedova di Dario
Autori :  G. Scolari (comp.)
C. Goldoni (lib.)
Data e Luogo :  22/05/1756 - Venezia
Testo :  Care luci, luci amate
che ferite ancor piangendo,
il cor mio non condannate
senza speme a sospirar.

Non piangete, o luci belle,
che già vinta a voi mi rendo.
Deh tornate, o chiare stelle,
il bel lume a serenar.

Idol mio. Mi lascia, o caro.
Perché mai? Non tormentarmi.
Crudo ciel, destino avaro,
scenda un raggio a consolarmi,
ah, non farmi delirar!

Dimmi almen... Lasciami sola.
Mi lusinga, mi consola
quel vezzoso sospirar.

Solo amor colla sua face
la mia pace può formar.

Note: :  ---
  Relazione :  varianti estensive
aggiunte strofe
Care luci, luci amate
Chiarini P. (comp.), Goldoni C. (lib.)
in:  Statira - Venezia, 10/05/1741
Titolo dell'opera :  Statira*  
dramma per musica
Autori dell'opera :  Giuseppe Scolari (comp.)
Carlo Goldoni (lib.)
Fonte :  libretto: prima edizione
Giuseppe Scolari, Statira
Venezia, Francesco Pitteri, [1756]
Posizione :  n. 15 - atto.scena: 2.08 / pos. B; p. 37
Rappresentazione :  22/05/1756 - Venezia, Teatro Grimani di S. Samuele : prima assoluta
Interprete :  Giovanni Belardi (Arbace)
Marianna Imer (Statira)

           Stemma dell'Aria:  2  testi

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Incipit relazione Personaggi Interpreti Autori Opera
Autori
Luogo
Edificio
Data fonte
L1 Care luci, luci amate nuova Arbace
G. Manzoli
P. Chiarini
C. Goldoni
Statira**
    P. Chiarini
    C. Goldoni
Venezia
Teatro Grimani di S. Samuele
10/05/1741 DRT0041413
          L2 Care luci, luci amate varianti estensive Arbace
Statira
M. Imer
G. Scolari
C. Goldoni
Statira*
    G. Scolari
    C. Goldoni
Venezia
Teatro Grimani di S. Samuele
22/05/1756 DRT0041419