Incipit : |
Vieni, oh prode, e lascia l'empio |
Forma : |
quintetto |
Metro dei versi : |
8 |
Personaggio : |
Berenice, figlia d'Annone, governatore di Cartagine Publio Cornelio Scipione, cognominato poi l'Affricano, console e generale dell'armata romana Armira, figlia d'Indibile, re degl'Illergeti, schiava di Marzio Luceio, principe de' Celtiberi, destinato sposo di Berenice Zaida, vecchia nutrice d'Armira
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Autori : |
Anonimo (comp.) A. Salvi (lib.)
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Data e Luogo : |
[3 o 4] set. 1735 - Vienna
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Testo : |
Vieni, oh prode, e lascia l'empio, vengo, oh bella. (Lusinghiera!) T'ingannò la menzognera. Non t'ascolto. Agl'occhi miei tosto involati. Che imbroglio! E 'l soffrite, oh sommi dei? Ahi che pena, ahi che cordoglio. Gelosia mi rode il core. Il mirarti mi fa orrore Fuggi, va lungi da me. Furia, va lungi da me. V'è del male per mia fé.
Quella smania e quel pallore il sospetto acresce in me. La speranza del suo amore sempre più svanisce in me.
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Note: : |
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Relazione :
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