Ariarate, re di Cappadocia, padre di Tamiri Pompeo, proconsole di Roma nell'Asia Tamiri, regina sua sposa Farnace, re di Ponto
Autori :
G. Sellitto (comp.) A.M. Lucchini (lib.)
Data e Luogo :
23/01/1742 - Roma
Testo :
Io crudel? Giusto rigore ti condanna o traditore. Non sei degno di mercé. Padre, duce, oh dio perché così barbara sentenza? È viltà chieder clemenza. Tanto fasto! - Tanto orgoglio" Morte attendi. - E morte io volgio. Padre, sposo, oh dio pietà. Non è tempo di pietà. Io non chiedo a voi pietà.
La costanza e la fortezza. Il rigor e la fierezza. Del tuo cor - Della mia sorte la tua morte abbatterà. la mia morte appagherà.
Giuseppe Arena (comp.) Giuseppe Sellitto (comp.) Antonio Maria Lucchini (lib.)
Fonte :
libretto: prima edizione Giuseppe Arena, Farnace
Roma, Antonio de' Rossi, [1742]
Posizione :
n. 24 - atto.scena: 3.07 / pos. C; p. 55
Rappresentazione :
23/01/1742 - Roma, Teatro Capranica : prima assoluta
Interprete :
Giovanni Battista Pinacci (Ariarate) Nicola Giovannetti (Pompeo) Giovanni Manzoli, il Succianoccioli (Tamiri) Gioacchino Conti, detto Gizziello (Farnace)