Ch'io pur creda a la fortuna? questo no ha la sorte falso aspetto; lunghi affanni e gioie corte ed instabile il diletto su la rota fabricò;
ch'io mi stimi un infelice? questo sì; miro il bene che mi fugge; per me restan sol le pene e quest'anima si strugge sospirando notte e dì.
Note: :
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Relazione :
ripresa Ch'io pur creda a la fortuna? questo no
Boretti G.A. (comp.), Moniglia G.A. (lib.), Aureli A. (lib.) in:
L' Ercole in Tebe - Venezia, 13/12/1670